Storia e caratteristiche delle spezie
Differenza tra spezie ed erbe aromatiche
Vi proponiamo un’ampia selezione e scelta di spezie disponibili in tante diverse varietà per arricchire di profumi e sapori le vostre pietanze. E se le tante tonalità e sfumature di sapore aprono alle suggestioni di terre lontane e viaggi esotici è pur vero che le spezie vanno conosciute e sapute utilizzare, dosare e abbinare. È infatti un delicato equilibrio quello che va raggiunto per rendere più sapido e digeribile un piatto senza snaturare le caratteristiche degli alimenti.
Partiamo allora da una precisazione importante, le spezie non sono erbe aromatiche.
Le erbe aromatiche sono, per lo più, le parti verdi, erbacee, aromatiche, a foglia, non disidratate di piante che crescono principalmente nelle aree dal clima temperato.
Le spezie, al contrario, sono piante essiccate, la corteccia, la radice, il bocciolo, la resina, il frutto o lo stigma di piante che crescono soprattutto in climi tropicali.
Tutte le forme delle spezie
Le spezie si possono trovare in commercio sotto diverse forme.
Intere, le migliori perché conservano più a lungo il loro aroma; in polvere, le più pratiche, ma anche quelle che più facilmente perdono aroma; in pasta sempre pratiche ma facilmente deperibili ed estratti.
Le spezie, se tenute con cura, si conservano intere per lungo tempo; tuttavia se macinate, è bene ricordare che i tempi di conservazione si riducono notevolmente, perché la macinatura libera gli oli essenziali che facilmente possono irrancidire.
Cosa assapora il nostro palato quando mangiamo cibi speziati
Il Gusto, l’aroma e il sapore percepito delle spezie sono il frutto della combinazione tra gli oli e le oleoresine presenti nella pianta. Si consideri che ciò che noi riceviamo come prezioso e gradevole nel sapore speziato è in realtà un meccanismo di difesa che la pianta attiva per allontanare possibili predatori. In questo senso,
le spezie sono utili alle piante perché consentono loro di sopravvivere e sono utili a noi perché migliorano il nostro cibo, vivacizzandone il gusto e rendendolo spesso più digeribile.
Un po’ di storia
La parola Spezia sembra derivi dal latino species, intesa come merce speciale o di valore, quando, all’epoca dei romani, era soggetta ad un dazio d’importazione particolarmente elevato. Seduzione, mitologia, amori, sangue e luoghi comuni, sono tutti presenti nella storia delle spezie, spesso associate a origini soprannaturali a volte considerate un assaggio di Paradiso. Andando indietro nel tempo le prime informazioni che troviamo risalgono al 3500 a.C. Sappiamo che gli Egizi le utilizzavano per insaporire i cibi e imbalsamare i defunti (anice e cumino servivano per sciacquare le viscere); il pepe in grani era esportato dall’India verso il Medio Oriente prima del 2000 a.C.; i chiodi di garofano furono esportati in Cina nel secondo secolo a.C., due secoli prima di arrivare ad Alessandria d’Egitto.
Sono gli Arabi, tuttavia, a caratterizzare gran parte della storia delle spezie. Per 5000 anni ne controllarono il commercio, grazie alla strategica posizione geografica che ne fece i naturali intermediari fra le Indie, l’Africa e l’Europa. Merce di scambio per i mercanti che attraversavano il continente euroasiatico, le spezie sono sempre state preziose. Costoso e rischioso era il loro trasporto, determinati erano le loro proprietà per la conservazione dei cibi e per mascherare i cattivi odori; erano fondamentali per i riti religiosi in diverse culture e divennero, nonostante i costi elevati, ingredienti richiestissimi nella cucina del Medioevo. Il XV secolo segnò un punto di svolta. Le nuove scoperte geografiche favorirono la disponibilità di spezie: Cristoforo Colombo importò dalle “Americhe” il peperoncino, il pimento e le bacche di vaniglia; poco dopo, con Vasco de Gama, i Portoghesi divennero gli incontrastati mercanti di pepe, chiodi di garofano, noce moscata e cannella.